giovedì 24 aprile 2014

Tifosi (1999)


Il Cast
Massimo  Boldi (Silvio Galliani)
Christian  De Sica (Cesare Proietti)
Diego  Abatantuono (Zebrone)
Enzo  Iacchetti (Carlo Colombo)
Maurizio  Mattioli (Nando

Angelo Bernabucci (Fabio
Nino D'Angelo (Gennaro)
Peppe Quintale
Diego Armando Maradona (Se stesso)
Maurizio Mosca (Se stesso)
Idris Sanneh (Se stesso)
Massimo Caputi (Se stesso)
Giacomo Bulgarelli (Se stesso)
Pasquale Bruno (Se stesso)
Ela Weber (Se stessa)
A Milano il tassista Silvio Galliani ha attrezzato la propria automobile con disegni, oggetti, e cassette riferiti al Milan, di cui è tifosissimo. Scarica brutalmente una signora anziana, quando vede Franco Baresi in attesa di un taxi. Poi, è domenica, si prepara al posticipo serale di Milan-Roma. Dalla capitale arriva Nando con un amico per assistere alla stessa partita. Silvio ha giocato una schedina che, per fare tredici, prevede la sconfitta del Milan. Si mescola ai tifosi romanisti, poi, preso dal rimorso, strappa la schedina. Finisce che il Milan perde la partita, e Silvio non fa tredici. Il comandante pilota Carlo Colombo, interista, e il chirurgo Cesare Proietti, laziale, si trovano faccia a faccia perché i rispettivi figli vogliono fidanzarsi. All'Olimpico c'è Lazio-Inter, i due fanno finta di niente ma poi esplodono. I figli faranno aprire loro gli occhi. A Napoli, Gennaro esce dal carcere di domenica. Il Napoli gioca a Bergamo. Gennaro e un compare entrano in una casa da svaligiare. C'è la pay-tv e si mettono a vedere la partita. Ma quella è la casa di Maradona, che più tardi rientra. Gennaro ottiene una foto con autografo. A Torino, Vito Lamonica è un capo storico della tifoseria juventina. Dopo un processo, viene condannato a stare lontano dagli stadi. La domenica però arriva ugualmente a Parma, entra nell'appartamento di una ragazza conosciuta in treno, da cui si vede la partita. Poi ha occasione di salvare la vita ai capi del tifo locale, e diventa un esempio per tutti. Ma l'animo del tifoso irriducibile non scompare.

Critica "Comicità gergale e vernacolare, football senza svastiche, ultras e violenze vissuto con goliardica vitalità-scurrilità, confezione telefonata e trasandata non priva d'un'irruenta dose di satira di costume: insomma, tifosi focosi ma non pericolosi, quasi anacronistici e affettati rispetto alla possente machina del business calcistico". (Fabio Bo, "Il Messaggero", 6 ottobre 1999).

(Cinematografo.it)

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