lunedì 16 dicembre 2013

Fuga di Cervelli (2013)




L'introverso Emilio è innamorato di Nadia da sempre, ma non ha mai avuto la forza e il coraggio di esprimerle il suo amore. Arriva addirittura a iscriversi alla stessa facoltà di Medicina, pur di poterla incontrare quotidianamente. È primavera ed Emilio trova il coraggio di confessarle il suo amore, ma quando i due si incontrano Nadia gli racconta del suo imminente trasferimento a Oxford in quanto vincitrice di una borsa di studio. Emilio è distrutto. A risollevarlo dalla sua situazione ci sarà il suo storico gruppo di amici: Alfredo, Lebowsky, Franco, Alonso; ognuno di loro con una storia particolare di vita. Gli amici convincono Emilio a non rinunciare al proprio sogno d'amore e riescono, falsificando le varie documentazioni necessarie, a iscriversi alla prestigiosa università. Dopo vari disastri e malintesi, Emilio riuscirà a dichiarare il suo amore alla bellissima Nadia?

Critica "Truccati i rispettivi curriculum per ottenere una borsa, i cinque «cervelli in fuga» si trasferiscono nella storica cittadella universitaria (in realtà Torino), comportandosi per i decerebrati che sono e dando una dimostrazione di ignoranza e demenzialità, pari all'imperizia con cui è scritto, girato e recitato il film. Ispirato a una pellicola spagnola campione di incassi, 'Fuga de cerebros', che ci auguriamo sia un po' meglio." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 21 novembre 2013)

"Quasi all'inizio del film, in una sequenza che vede uno dei protagonisti, Franco, sostenere un esame di filosofia teoretica, vediamo dietro la cattedra, il titolare della cattedra intento a leggere un quotidiano, forse sportivo, mentre la sua assistente insulta a dovere il candidato, esempio lancinante di nonsense, ultimo passaggio della catena involutiva della stupidità umana. A un certo punto, innanzi alla richiesta di regalare un 19, il professore abbassa il giornale e accigliato fa cenno di sì con la testa. Abbiamo un sobbalzo. Ci è sembrato che l'attore che «interpreta» il professore fosse nientemeno che Guido Chiesa, regista di 'Lavorare con lentezza' e 'Io sono con te' sulla figura di Maria di Nazareth. Ora, cosa ci fa un autore come lui in un film come questo? Cosa ci azzecca lui con un film demenziale giovanilista, remake dello spagnolo 'Fuga de cerebros', campione d'incassi? Si tratta forse di un cameo stravagante e di rottura, tanto per far storcere il naso ai ben pensanti, o c'è qualcosa di più. Guido Chiesa non solo appare ma anche firma la sceneggiatura di un film che racconta le scorribande di cinque bizzarri figuri (...) che si trasferiscono a Oxford, nel college di medicina, per aiutare uno di loro a conquistare la bella di turno. La regia è di Paolo Ruffini, quello di 'Colorado Caffè'. Oltre ad essere un remake, il film è un omaggio, secondo noi molto poco riuscito, ai college movie. Speriamo almeno che Chiesa si sia divertito in questa sua effrazione nel genere e ci piace pensare che tra un nonsense e l'altro si sia ricordato di quella doc della Bologna del periodo d'oro." (Dario Zonta, 'L'Unità', 21 novembre 2013)

"Assai deludente (...) il primo film da regista dell'attore livornese Paolo Ruffini che in 'Fuga di cervelli', in compagnia di un goliardico gruppo di amici, si trasferisce a Oxford. Ma la sua 'rivincita dei nerd', tra le solite gag e stanchi doppi sensi, ne fanno una sorta di 'American Pie' all'italiana dalla comicità spenta e banale." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 21 novembre 2013)

"Dino Risi lo aveva capito da tempo quando sentenziava che «La tv vive di cinema, ma il cinema muore di tv». Certo, ci sono eccezioni clamorose come quella di Checco Zalone ma, di solito, chi passa dal piccolo al grande schermo paga dazio. E lo fa scontare anche al pubblico. Questa volta, è toccato a Paolo Ruffini, artista a tutto tondo che si trasforma, a seconda delle occasioni, in conduttore televisivo, comico, spalla cinematografica e, ora, anche regista. In quest'ultimo caso, con risultati disastrosi, a dimostrazione di come non sia sempre un bene cercare di tenere il piede in troppe scarpe. Per girare questa sorta di «college movie» in salsa nostrana, ispirato allo spagnolo 'Fuga de cerebros', ha chiamato a raccolta alcuni giovani comici, tra i più bravi e ciccati sulla rete, che, però, pagano dazio nel misurarsi con la sala. (...) Cercando di giocare sulla demenzialità dei personaggi, si costruiscono situazioni, sulla carta, grottesche che, però, a parte qualche scemenza azzeccata di Frank Matano, sfociano in battute di bassa lega, flatulenze ripetute, scene imbarazzanti e volgarità (sessuali) oltre il limite della sopportazione. I tormentoni da web funzionano, e molto, sulla rete, ma il cinema ha tempi e attese diverse della rapida fruizione su Internet. I ragazzini (forse) rideranno, ma che occasione sprecata." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 21 novembre 2013)

"Spiacerà a chi seguendo le sirene della pubblicità sperava d'imbattersi in una nuova generazione di comici (un paio vengono da YouTube). Speranze infondate. I ragazzi si danno un gran daffare, ma girano a vuoto. E il film pure." (Giorgio Carbone, 'Libero', 21 novembre 2013)


(Cinematografo.it)

I Protagonisti


Paolo Ruffini (Alfredo)


Luca Peracino (Emilio)


Andrea Pisani (Alonso)


Guglielmo Scilla (Lebowsky)


Frank Matano (Franco)


Olga Kent (Nadia)



Gaia Messerklinger (Claudia)


Giulia Ottonello (Karen)


Niccolò Senni


Rosalia Porcaro


Biagio Izzo


Franz


Ale


Marco Messeri


venerdì 13 dicembre 2013

Grazie...Nonna (1975)





L'ing. Pino Persichetti, affermato padrone di un'industria di cristallerie, vive a Pisa con i figli Giorgio, il maggiore, Carletto adolescente, e la fedele domestica Celeste. Quando dal Venezuela giunge l'avviso dell'arrivo di Marijuana Persichetti, sconosciuta moglie del defunto padre del signor Pino, tutti delegano ad accoglierla l'ultima ruota del carro. Ma Carletto, che ha accettato di malavoglia volge la cosa a proprio favore quando all'aeroporto si trova di fronte ad una donna giovane e assai piacente. Marijuana, infatti, avendo assistito il defunto marito negli ultimi anni della sua vita, era riuscita a farsi sposare e a farsi lasciare una assai ricca eredità. Ma il segreto di Carletto viene presto scoperto; la venezuelana viene accolta in casa e diviene immediatamente l'obiettivo dei tre maschi. Tenuti a bada con accortezza Pino e Giorgio, Marijuana si concede soltanto a Carletto per iniziarlo ai piaceri amorosi e consegnarlo all'amichetta Marinella reduce da un tentato suicidio.


Critica "Ignobile commediaccia pseudoerotica dello spudorato Franco Martinelli che, su un canovaccio così ingenuo da far cascare non solo le braccia, dispensa qualche deprimente sketch paracomico e un paio di nudi dell'ottima Edwige Fenech. L'assatanato ragazzino che cerca di approfittare è il futuro terrorista nero Giusva Fioravanti". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 20 giugno 2003)
(Cinematografo.it)

I Protagonisti




Edwige Fenech

Gianfranco D'Angelo

Enrico Simonetti

Giusva Fioravanti

Valeria Fabrizi

mercoledì 11 dicembre 2013

I Due Vigili (1967)

 
 
 
 Franco e Ciccio, zelanti vigili urbani motociclisti, sono li involontari complici di una rapina: credendo di scortare fino all'aeroporto la macchina di un ministro, agevolano la fuga di un rapinatore che si era impossessato dell'auto per compiere un grosso colpo. Destinati ai servizi più umili, i due vigili tentano inutilmente di riabilitarsi. Un giorno scorgono nel giardino di una villa la macchina di cui si era servito il rapinatore per la sua fuga e, credendo di aver individuato il covo dei banditi, telefonano alla polizia. La villa in questione appartiene però proprio al ministro la cui macchina, ora recuperata, era stata rubata dai banditi. La colossale gaffe provoca l'allontanamento di Franco e Ciccio dal corpo dei vigili. Costretti a cercarsi un altro lavoro, i due vagabondano di agenzia in agenzia, finchè non si imbattono per caso nel rapinatore causa di tutti i loro guai. Saliti a bordo di un camion della Nettezza Urbana, Franco e Ciccio si lanciano all'inseguimento del bandito e dei suoi complici e, dopo averli arrestati, vengono riammessi di nuovo nel corpo dei vigili motociclisti.

Critica
 "E' uno tra i tanti film di Franchi e Ingrassia meno felici, ma non si può passare sotto silenzio la visita di Franchi ai baraccati finti poveri. Il tono della scena è reazionario anche se ha illustri matrici moraviane, ma Franchi ne fa un pezzo di bravura difficilmente dimenticabile. Quando è commosso sul serio, questo attore ci fa pensare che potrebbe essere anche un grande interprete drammatico". (Anonimo, "Film Mese", 13, gennaio 1968).

"Stiracchiata commediola senza pretese dell'instancabile coppia Franchi e Ingrassia che riempiono lo schermo di smorfie e doppi sensi, alcuni davvero irresisitibili. Due grandi attori comici, penalizzati da copioni indecenti: due guitti, a giudizio dell'Italia, che in America sarebbero certamente diventati due big". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 14 agosto 2000) 
 (Cinematografo.it)
 
I Protagonisti
 
 
 Franco Franchi
 
Ciccio Ingrassia
 
Umberto D'Orsi
 
Luciana Scalise
 
Rosita Pisano
 
Valentino Macchi
 
Franco Giacobini
 
 

 Isabella Biagini  (Se Stessa)
  

Vai avanti tu che mi vien da ridere (1982)

 
 
Pasquale Bellachioma commissario di Polizia sfortunato e pasticcione, crea un "colpo magistrale" che riesce a metterlo finalmente in luce davanti ai superiori, ma i risultati sono dei continui insuccessi. Venuto a sapere che i suoi colleghi sono alla ricerca di un "travestito", Andrea Ritter, unico testimone di alcuni attentati a un capo di stato di un paese petrolifero, decide di precederli. Rapisce Andrea e decide di usarlo come esca per il killer del capo stato. Da qui una girandola di imprevedibili situazioni, fughe, travestimenti e tranelli. Intanto Pasquale comincia ad essere attratto dal "bel travestito" che sembra piuttosto una bellissima ragazza. Durante un ricevimento in onore del capo di stato, Pasquale, grazie anche a una fortunata serie di circostante, riesce a salvare la vita all'illustre personaggio e a sconfiggere il killer. Ottenuto finalmente il tanto agognato riconoscimento del capo della Polizia, Pasquale si accorge di essere anche innamorato di Andrea che si dichiara una donna e non un travestito. Insegue la ragazza per dichiararle il suo amore ma la trova in un gabinetto per uomini.

Critica
"Mediocre in fatto di trovate e di approfondimento dei vari personaggi, il film di Capitani non cade mai, però, nel cattivo gusto, non insiste sulla scabrosità dell'argomento. E non è poco. Sane risate. Lino Banfi è in gamba." (Laura e Morando Morandini, 'Telesette')

"Una commedia meno orribile del solito, che segna il ritorno al cinema di Agostina Belli dopo un lungo periodo di "oscuramento" e la progressiva scalata di Banfi ai vertici della farsa." (Francesco Mininni, 'Magazine italiano tv')
(Cinematografo.it)

 
I Protagonisti
 
 Lino Banfi
 
Agostina Belli
 
Nando Paone
 
Chris Avram
 
Gordon Mitchell
 
Mario Novelli
 
 

 
 

venerdì 6 dicembre 2013

Vieni Avanti Cretino (1982)




Uscito dal carcere per amnistia, cerca, con l'aiuto del cugino Gaetano, di trovare un lavoro, ma ogni volta combina disastri. La celebre battuta dei fratelli De Rege (ripresa da Chiari-Campanini) è la chiave della buffoneria un po' sbracata di L. Banfi in coppia con Bracardi. Barzellettistico. Con film di questo tipo si arenò la Cineriz.
(MyMovies.it)

Protagonisti


Lino Banfi

Franco Bracardi

Michela Miti

Moana Pozzi

Mimmo Poli

Luciano Salce

Gigi Reder

Luciana Turina